I Carabinieri Reali nella Campagna di Spagna (1936 -1939)
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Nell’ ottobre 1936, a seguito dell’inizio della Guerra Civile spagnola, Il generale Mario Roatta, Capo del SIM (Servizi Informazione Militare) venne incaricato dal Governo di Mussolini di creare un contingente militare di volontari. Roatta si avvalse della preziosa collaborazione del colonnello dei Carabinieri Reali Giuseppe Pièche 1 , all’epoca responsabile della subalterna III Sezione “controspionaggio”. La missione consisteva nel coordinare gli aiuti da inviare in Spagna a favore della fazione nazionalista insorta, dovendo formare, in incognito, una contingente di Truppe Volontarie che inizialmente sarebbero state assorbite dalla Legione Straniera dell’esercito di Franco. Questo arruolamento fittizio nel Tercio Extranjero avrebbe eluso i controlli previsti dal “patto di non-intervento”, sottoscritto da ben 27 nazioni, evitando così l’attribuzione di una partecipazione diretta e ufficiale nel conflitto spagnolo. Il primo contingente di Carabinieri Reali, che non superava le 350 unità, (raggiunse il nr di 500 dopo la disastrosa battaglia di Guadalajara 2 ), si organizzò in tre diverse Sezioni ed una Compagnia, quest’ultima a sua volta suddivisa in Sezioni per poter meglio rispondere alle esigenze di mobilità dei reparti del Corpo Truppe Volontarie, il quale aveva nel frattempo raggiunto una sua autonomia di comando ed azione. All’inizio i Regi Carabinieri vestivano una divisa cachi spagnola sopra cui spiccavano gli alamari d’argento bordati di rosso, ad indicare chiaramente il Corpo di appartenenza 3 . La popolazione spagnola inizialmente confondeva i nostri carabinieri con le guardie doganali spagnole chiamate “Carabineros”, rimasti fedeli al bando opposto dei Repubblicani, mentre la Guardia Civil, molto simile nell’ordinamento e nei compiti alla nostra Arma dei Carabinieri 4 , si schierò quasi totalmente dalla parte degli insorti Nazionalisti. Le due Benemerite, infatti, avevano in comune lo stesso senso della disciplina e di lealtà e vantavano inoltre una presenza capillare sul territorio che permetteva loro di integrarsi a fondo con la popolazione con cui condividevano quotidianamente la vita sociale ed economica. Questa rassomiglianza dei compiti istituzionali creava una grande confidenza tra i Carabinieri Reali e la Guardia Civil, la quale si dimostrava sempre premurosa nell’ ospitare i commilitoni italiani nei loro cuarteles ”, corrispondenti alle nostre Stazioni dell’Arma. Nella retrovia non era raro osservare come in molte occasioni la Guardia Civil prendeva ordini e direttamente dalle Sezioni dei CC.RR. istituite presso le Divisioni del CTV, cooperando “gomito a gomito” in delicati e faticosi Servizi di Istituto ”. I compiti principali dei Carabinieri Reali, oltre a quelli di Polizia Militare, era quello di effettuare scorte ai convogli di materiali per il CTV lungo le carenti linee ferroviarie ed sulle strade dissestate del vasto territorio spagnolo. La rete stradale in Spagna era molto scadente e sulle poche arterie viarie dovevano muoversi rapidamente sia gli automezzi del Servizio Sanitario Militare, per il trasporto urgente dei molti feriti, sia le colonne militari per il trasporto truppa e materiale bellico. Il compito della sicurezza stradale assegnata all’Arma dei Carabinieri Reali diveniva pertanto di primaria importanza, specie durante i combattimenti dove la frenesia e la mancanza di comunicazione metteva a volte in discussione l’esito stesso delle manovre. Quando l’artiglieria e l’aviazione repubblicana bersagliavano le truppe italiane, il nervosismo ed il panico potevano giocare brutti scherzi: accelerare sperando che la velocità potesse evitare qualche granata portava invece ad ottenere l’effetto contrario. Sotto i bombardamenti era frequente vedere i Carabinieri Reali che con la loro ferma determinazione effettuavano imperterriti posti di blocco e di sbarramento sui crocevia per segnalare il pericolo od indicare deviazioni di scampo. Si racconta che a volte il collega che andava a dare il cambio, trovasse sul posto il proprio commilitone ferito a morte dalle schegge delle granate. Il giornalista Luigi Barzini, inviato di guerra nel 1938, raccontava: Nelle zone solitarie, presso al fronte dove non si era mai sicuri di aver preso la buona strada e di non essere capitati in territorio nemico, la vista di un carabiniere di guardia, tranquillo e solo, era di gran conforto.” il carabiniere è protezione, soccorso, ordine, consiglio, esempio, quasi sempre solo, sufficiente ed indispensabile”. “Nelle trincee, sui sentieri di approccio alle posizioni, presso i comandi, lungo le strade, fino alle basi, ovunque, era un rado punteggiamento di carabinieri immobili e pronti, messi ad interdire o facilitare il passaggio”. “La specialità del carabiniere è di non apparire mai sorpreso di niente. Crollasse il mondo, egli si manterebbe a disciplinare il panico dell’umanità ”. I fatti di eroismo non mancarono di essere raccontati, come neppure mancarono i caduti ed i feriti che per l’Arma dei Carabinieri furono 9 morti e 33 infermi. Nella Campagna di Spagna vennero attribuite 9 medaglie d’argento al valor militare, 33 medaglie di bronzo, 136 croci al valor militare con ben 32 promozioni per merito di guerra. Durante il bombardamento dei Repubblicani su Soncillo, nei pressi di Santander, nell’agosto 1938, una pattuglia di militari dell’Arma, composta dai carabinieri Bonifacino Carlo e Proietti Beniamino, si fermò sulla piazza tempestata di colpi per smistare il movimento delle colonne di autocarri, quando improvvisamente una granata scoppiò davanti a loro: il Bonifacino cadde riverso in una pozza di sangue con il capo dilaniato da una scheggia, mentre il Proietti venne ferito gravemente ad una gamba e morì pochi giorni dopo in ospedale . Il suo corpo giace ora nel Sacrario Militare Italiano di Saragozza. 5 Alcuni morirono per incidenti stradali in servizio, durante le innumerevoli scorte condotte spesso in condizioni di guida impossibili. È doveroso ricordare, oltre i due precitati militari gli altri 7 Regi Carabinieri anch’essi caduti nella Campagna di Spagna : Carabiniere Grasselli Giuseppe deceduto il 17 maggio 1937 a Burgos (Castiglia e Leon) per delle ferite causate da incidente automobilistico, Carabiniere Giallara Salvatore, deceduto a Vitoria (Paesi Baschi) per colpo di pistola partito accidentalmente da un collega, Carabiniere Silvestrini Giuseppe, deceduto il 6 agosto 1937 a Quintanillas (Cantabria) per esser stato investito durante una scorta da un autocarro militare, Carabiniere Briatore Pietro, deceduto il 19 marzo 1938 ad Alcañiz (Aragona) per ferite di schegge da granata, carabiniere Simonazzi Demos deceduto ad Alcañiz (Aragona) il 14 aprile 1938 per essere stato colpito da scoppio di una granata, Carabiniere Giannini Vittorio deceduto in combattimento a Aldover ( Catalonia), Carabiniere De Felice Donato, deceduto a Granyena (Catalogna) il 28 dicembre 1938. 6 Anche in prima linea i Carabinieri Reali si distinsero in battaglia, trovandosi spesso a fianco delle truppe del CTV impegnato in combattimento e descritti in eroiche azioni militari. Un grande impegno venne profuso nella gestione dei prigionieri di guerra, che, come nel caso dell’occupazione di Santander, l’imprevista resa in massa di 25.000 soldati repubblicani avrebbe causato diversi e seri problemi al CTV non preparato per una simile evenienza. Mancavano i campi di concentramento e l’acqua non giungeva per un sabotaggio delle condutture idriche. Scarseggiavano i viveri a secco per sfamare una tale moltitudine di persone e si stavano presentando i primi problemi di salute, specie per i feriti che non erano stati adeguatamente medicati. Ma grazie ad una piccola guarnigione composta da 4 ufficiali e una trentina di carabinieri, tutti i prigionieri furono disarmati e smistati su dei campi provvisori affidati alla vigilanza armata delle Milizie. Il quinto giorno furono ripristinate le tubature d’acqua permettendo di servire un pasto caldo a tutti i soldati arresi. Subito dopo fu’ completato un piccolo ospedale da campo per la cura dei feriti ed il decimo giorno le truppe regolari dell’esercito spagnolo di Franco ricevettero in consegna il miracolo organizzativo compiuto dall’Arma in pochi giorni. 7 La presenza dell’Arma fu anche importante nei territori conquistati dalle truppe italiane, evitando che molte morti inutili avvenissero solo per vendetta o repressione politica; anche se poi, una volta consegnati le città all’esercito nazionalista, non poterono essere scongiurati tanti ingiustificati eccidi e sommarie fucilazioni da parte dei tribunali militari d’occupazione. Alla fine del conflitto con la resa di Madrid del 31 marzo 1939, il contingente italiano del CTV unitamente ai militari dei Carabinieri Reali furono rimpatriati dai territori spagnoli. Molti di loro riceverono anche delle decorazioni militari da parte del Governo della Nuova Spagna, ma il destino muta il suo corso come il vento e gli italiani, dopo il 1943, raccontarono in Patria da “vinti” le proprie battaglie e non più da vincitori, come si proclamò Franco grazie agli aiuti internazionali dell’Italia e della Germania. Ancora oggi, nonostante la Spagna abbia volto pagina e sia un Paese democratico dell’Unione Europea, si fa fatica a ricordare quegli eventi dal punto storico, mostrando un falso imbarazzo nel riconoscere la verità. Quanto vale la pena, specie per le future generazioni, non riconoscere che purtroppo tutti i caduti di quel conflitto fratricida combatterono ciecamente per un loro diverso ideale, ma necessario per formare una stessa Patria. Una Patria che, rossa o bianca o nera che sia, ha perso un numero troppo alto di figli a cui noi oggi dobbiamo una consapevolezza ed un’onestà in grado di garantire il rispetto democratico delle idee altrui e nelle regole della giusta convivenza dei popoli. Dopo 70 anni da quel conflitto civile, non rimangono in vita molti combattenti e le sanguinose esperienze non sono più raccontate dalla viva voce dei testimoni di quei tragici momenti. Al Sacrario Militare Italiano di Saragozza dove sono raccolti e sepolti i caduti della Guerra di Spagna, compresi quelli del bando repubblicano, prima giungeva tanta gente che diceva di ricordare, mentre ora finalmente si presentano persone che chiedono di sapere, di conoscere quella verità, unica grande “vittima” di quella Guerra Civile. Oggi conoscere per noi significa “non dimenticare”, ovvero accettare che nella diversità delle idee si può e si deve trovare la soluzione di qualsiasi conflitto. Riposino in pace tutti i nostri italiani caduti in terra di Spagna, che ora si trovano uniti e fratelli davanti al cospetto del Padre, Signore nei cieli. Articolo del S.Ten. CC (R) Giuseppe Coviello Presidente della Sezione Estera UNUCI Spagna /Isole Canarie _________________________________________________ 1 Il Generale G. Piéche fu il primo Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri dopo l’era fascista. Immediatamente dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943 e la proclamazione del Regno del Sud, il governo provvisorio italiano di Badoglio e la famiglia reale sbarcarono a Brindisi nei territori meridionali liberi dalle forze nazi-fasciste. Il 12 settembre venne creato il Comando dei Carabinieri Reali dell’Italia Meridionale agli ordini del colonnello Romano Dalla Chiesa, padre del Generale Carlo Alberto della Chiesa, vittima della mafia nel settembre 1982. Dopo l’arrivo degli alleati nelle Puglie, venne istituito a Bari il Comando Arma Carabinieri Reali dell’Italia Liberata affidato all’ vice comandante Giuseppe Pièrche, il quale divenne il nuovo Comandante Generale dell’Arma. Suo fu l’incarico al T.Colonnello Marco Bianco di pronunciare il discorso radiofonico con cui si esortavano i militari ancora nei territori occupati a mettere in atto una resistenza attiva contro le truppe tedesche, senza però esporre la popolazione civile al rischio di sanguinose e tristemente note rappresaglie nazi-fasciste. In quell’oscuro periodo si immolarono al martirio patriottico molti carabinieri, come il V.Brig. Salvo d’Acquisto, i carabinieri di Fiesole Alberto La Rocca, Fulvio Sbarretti e Vittorio Marandola, senza dimenticare i 12 carabinieri trucidati nelle Fosse Ardeatine. 2 Javier Rodrigo, La Guerra fascista, Alianza Editorial,Madrid, 2016, pag.143-145 3 I Carabinieri Reali in Spagna, Generale G. Piéche, Rivista dei Carabinieri Reali” Nr. 4 lug-ago 1940 4 Nel 1844, regnando di Isabella II di Spagna, fu creato il Cuerpo de la Guardia Civil alla cui organizzazione contribuirono degli Ufficali superiori dei Carabinieri Reali inviati da Torino. Nella stesura della “Cartilla de la Guardia Civil”, un vero e proprio codice morale deontologico del Corpo Militare, si possono rilevare numerosissime somiglianze con il Regolamento Generale dei Carabinieri stilata nel 1822. 5 I Carabinieri Reali in Spagna, Generale G. Piéche, Rivista dei Carabinieri Reali” Nr. 4 lug-ago 1940 6 Dati forniti dal Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri - Roma 7 Carabinieri Reali in Spagna, Generale G. Piéche, Rivista dei Carabinieri Reali” Nr. 4 lug-ago 1940 * Le fotografie della 6^ Sezione CC Reali, del Magg. CC. De Biagio a Santander e della Guardia Civil di Logroño con dedica al Col. G. Piéche sono state gentilmente fornite dal Museo dell’Arma dei Carabinieri in Roma.
Carabinieri Reali sulle macerie di un bombardamento aereo Carabinieri Reali caduti in terra di Spagna Foto di gruppo della 6^ Sezione dei Carabinieri Reali impiegata nella OMS durante la Campagna di Spagna Santander - il Magg. CC.RR. Roberto De Blasio si offre come prigioniero temporaneo alle Milizie Repubblicane per trattare la resa della citta al contigente CTV italiano Foto con dedica al Col. G. Pieche raffigurante i Comandanti della Guardia Civil di Logroñoo con i Carabinieri Reali Il Gen. Roatta con Carabinieri e Bersaglieri del CTV
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Nell’ ottobre 1936, a seguito dell’inizio della Guerra Civile spagnola, Il generale Mario Roatta, Capo del SIM (Servizi Informazione Militare) venne incaricato dal Governo di Mussolini di creare un contingente militare di volontari. Roatta si avvalse della preziosa collaborazione del colonnello dei Carabinieri Reali Giuseppe Pièche 1 , all’epoca responsabile della subalterna III Sezione “controspionaggio”. La missione consisteva nel coordinare gli aiuti da inviare in Spagna a favore della fazione nazionalista insorta, dovendo formare, in incognito, una contingente di Truppe Volontarie che inizialmente sarebbero state assorbite dalla Legione Straniera dell’esercito di Franco. Questo arruolamento fittizio nel Tercio Extranjero avrebbe eluso i controlli previsti dal “patto di non-intervento”, sottoscritto da ben 27 nazioni, evitando così l’attribuzione di una partecipazione diretta e ufficiale nel conflitto spagnolo. Il primo contingente di Carabinieri Reali, che non superava le 350 unità, (raggiunse il nr di 500 dopo la disastrosa battaglia di Guadalajara 2 ), si organizzò in tre diverse Sezioni ed una Compagnia, quest’ultima a sua volta suddivisa in Sezioni per poter meglio rispondere alle esigenze di mobilità dei reparti del Corpo Truppe Volontarie, il quale aveva nel frattempo raggiunto una sua autonomia di comando ed azione. All’inizio i Regi Carabinieri vestivano una divisa cachi spagnola sopra cui spiccavano gli alamari d’argento bordati di rosso, ad indicare chiaramente il Corpo di appartenenza 3 . La popolazione spagnola inizialmente confondeva i nostri carabinieri con le guardie doganali spagnole chiamate “Carabineros”, rimasti fedeli al bando opposto dei Repubblicani, mentre la Guardia Civil, molto simile nell’ordinamento e nei compiti alla nostra Arma dei Carabinieri 4 , si schierò quasi totalmente dalla parte degli insorti Nazionalisti. Le due Benemerite, infatti, avevano in comune lo stesso senso della disciplina e di lealtà e vantavano inoltre una presenza capillare sul territorio che permetteva loro di integrarsi a fondo con la popolazione con cui condividevano quotidianamente la vita sociale ed economica. Questa rassomiglianza dei compiti istituzionali creava una grande confidenza tra i Carabinieri Reali e la Guardia Civil, la quale si dimostrava sempre premurosa nell’ ospitare i commilitoni italiani nei loro cuarteles ”, corrispondenti alle nostre Stazioni dell’Arma. Nella retrovia non era raro osservare come in molte occasioni la Guardia Civil prendeva ordini e direttamente dalle Sezioni dei CC.RR. istituite presso le Divisioni del CTV, cooperando “gomito a gomito” in delicati e faticosi Servizi di Istituto ”. I compiti principali dei Carabinieri Reali, oltre a quelli di Polizia Militare, era quello di effettuare scorte ai convogli di materiali per il CTV lungo le carenti linee ferroviarie ed sulle strade dissestate del vasto territorio spagnolo. La rete stradale in Spagna era molto scadente e sulle poche arterie viarie dovevano muoversi rapidamente sia gli automezzi del Servizio Sanitario Militare, per il trasporto urgente dei molti feriti, sia le colonne militari per il trasporto truppa e materiale bellico. Il compito della sicurezza stradale assegnata all’Arma dei Carabinieri Reali diveniva pertanto di primaria importanza, specie durante i combattimenti dove la frenesia e la mancanza di comunicazione metteva a volte in discussione l’esito stesso delle manovre. Quando l’artiglieria e l’aviazione repubblicana bersagliavano le truppe italiane, il nervosismo ed il panico potevano giocare brutti scherzi: accelerare sperando che la velocità potesse evitare qualche granata portava invece ad ottenere l’effetto contrario. Sotto i bombardamenti era frequente vedere i Carabinieri Reali che con la loro ferma determinazione effettuavano imperterriti posti di blocco e di sbarramento sui crocevia per segnalare il pericolo od indicare deviazioni di scampo. Si racconta che a volte il collega che andava a dare il cambio, trovasse sul posto il proprio commilitone ferito a morte dalle schegge delle granate. Il giornalista Luigi Barzini, inviato di guerra nel 1938, raccontava: Nelle zone solitarie, presso al fronte dove non si era mai sicuri di aver preso la buona strada e di non essere capitati in territorio nemico, la vista di un carabiniere di guardia, tranquillo e solo, era di gran conforto.” il carabiniere è protezione, soccorso, ordine, consiglio, esempio, quasi sempre solo, sufficiente ed indispensabile”. “Nelle trincee, sui sentieri di approccio alle posizioni, presso i comandi, lungo le strade, fino alle basi, ovunque, era un rado punteggiamento di carabinieri immobili e pronti, messi ad interdire o facilitare il passaggio”. “La specialità del carabiniere è di non apparire mai sorpreso di niente. Crollasse il mondo, egli si manterebbe a disciplinare il panico dell’umanità ”. I fatti di eroismo non mancarono di essere raccontati, come neppure mancarono i caduti ed i feriti che per l’Arma dei Carabinieri furono 9 morti e 33 infermi. Nella Campagna di Spagna vennero attribuite 9 medaglie d’argento al valor militare, 33 medaglie di bronzo, 136 croci al valor militare con ben 32 promozioni per merito di guerra. Durante il bombardamento dei Repubblicani su Soncillo, nei pressi di Santander, nell’agosto 1938, una pattuglia di militari dell’Arma, composta dai carabinieri Bonifacino Carlo e Proietti Beniamino, si fermò sulla piazza tempestata di colpi per smistare il movimento delle colonne di autocarri, quando improvvisamente una granata scoppiò davanti a loro: il Bonifacino cadde riverso in una pozza di sangue con il capo dilaniato da una scheggia, mentre il Proietti venne ferito gravemente ad una gamba e morì pochi giorni dopo in ospedale . Il suo corpo giace ora nel Sacrario Militare Italiano di Saragozza. 5 Alcuni morirono per incidenti stradali in servizio, durante le innumerevoli scorte condotte spesso in condizioni di guida impossibili. È doveroso ricordare, oltre i due precitati militari gli altri 7 Regi Carabinieri anch’essi caduti nella Campagna di Spagna : Carabiniere Grasselli Giuseppe deceduto il 17 maggio 1937 a Burgos (Castiglia e Leon) per delle ferite causate da i n c i d e n t e a u t o m o b i l i s t i c o , C a r a b i n i e r e Giallara Salvatore, deceduto a Vitoria (Paesi Baschi) per colpo di pistola p a r t i t o a c c i d e n t a l m e n t e da un collega, C a r a b i n i e r e S i l v e s t r i n i Giuseppe, deceduto il 6 agosto 1937 a Quintanillas (Cantabria) per esser stato investito durante una scorta da un autocarro militare, Carabiniere Briatore Pietro, deceduto il 19 marzo 1938 ad Alcañiz (Aragona) per ferite di schegge da granata, carabiniere Simonazzi Demos deceduto ad Alcañiz (Aragona) il 14 aprile 1938 per essere stato colpito da scoppio di una granata, Carabiniere Giannini Vittorio deceduto in combattimento a Aldover ( Catalonia), Carabiniere De Felice Donato, deceduto a Granyena (Catalogna) il 28 dicembre 1938. 6 Anche in prima linea i Carabinieri Reali si distinsero in battaglia, trovandosi spesso a fianco delle truppe del CTV impegnato in combattimento e descritti in eroiche azioni militari. Un grande impegno venne profuso nella gestione dei prigionieri di guerra, che, come nel caso dell’occupazione di Santander, l’imprevista resa in massa di 25.000 soldati repubblicani avrebbe causato diversi e seri problemi al CTV non preparato per una simile evenienza. Mancavano i campi di concentramento e l’acqua non giungeva per un sabotaggio delle condutture idriche. Scarseggiavano i viveri a secco per sfamare una tale moltitudine di persone e si stavano presentando i primi problemi di salute, specie per i feriti che non erano stati adeguatamente medicati. Ma grazie ad una piccola guarnigione composta da 4 ufficiali e una trentina di carabinieri, tutti i prigionieri furono disarmati e smistati su dei campi provvisori affidati alla vigilanza armata delle Milizie. Il quinto giorno furono ripristinate le tubature d’acqua permettendo di servire un pasto caldo a tutti i soldati arresi. Subito dopo fu’ completato un piccolo ospedale da campo per la cura dei feriti ed il decimo giorno le truppe regolari dell’esercito spagnolo di Franco ricevettero in consegna il miracolo organizzativo compiuto dall’Arma in pochi giorni. 7 La presenza dell’Arma fu anche importante nei territori conquistati dalle truppe italiane, evitando che molte morti inutili avvenissero solo per vendetta o repressione politica; anche se poi, una volta consegnati le città all’esercito nazionalista, non poterono essere scongiurati tanti ingiustificati eccidi e sommarie fucilazioni da parte dei tribunali militari d’occupazione. Alla fine del conflitto con la resa di Madrid del 31 marzo 1939, il contingente italiano del CTV unitamente ai militari dei Carabinieri Reali furono rimpatriati dai territori spagnoli. Molti di loro riceverono anche delle decorazioni militari da parte del Governo della Nuova Spagna, ma il destino muta il suo corso come il vento e gli italiani, dopo il 1943, raccontarono in Patria da “vinti” le proprie battaglie e non più da vincitori, come si proclamò Franco grazie agli aiuti internazionali dell’Italia e della Germania. Ancora oggi, nonostante la Spagna abbia volto pagina e sia un Paese democratico dell’Unione Europea, si fa fatica a ricordare quegli eventi dal punto storico, mostrando un falso imbarazzo nel riconoscere la verità. Quanto vale la pena, specie per le future generazioni, non riconoscere che purtroppo tutti i caduti di quel conflitto fratricida combatterono ciecamente per un loro diverso ideale, ma necessario per formare una stessa Patria. Una Patria che, rossa o bianca o nera che sia, ha perso un numero troppo alto di figli a cui noi oggi dobbiamo una consapevolezza ed un’onestà in grado di garantire il rispetto democratico delle idee altrui e nelle regole della giusta convivenza dei popoli. Dopo 70 anni da quel conflitto civile, non rimangono in vita molti combattenti e le sanguinose esperienze non sono più raccontate dalla viva voce dei testimoni di quei tragici momenti. Al Sacrario Militare Italiano di Saragozza dove sono raccolti e sepolti i caduti della Guerra di Spagna, compresi quelli del bando repubblicano, prima giungeva tanta gente che diceva di ricordare, mentre ora finalmente si presentano persone che chiedono di sapere, di conoscere quella verità, unica grande “vittima” di quella Guerra Civile. Oggi conoscere per noi significa “non dimenticare”, ovvero accettare che nella diversità delle idee si può e si deve trovare la soluzione di qualsiasi conflitto. Riposino in pace tutti i nostri italiani caduti in terra di Spagna, che ora si trovano uniti e fratelli davanti al cospetto del Padre, Signore nei cieli. Articolo del S.Ten. CC (R) Giuseppe Coviello Presidente della Sezione Estera UNUCI Spagna /Isole Canarie _________________________________________________ 1 Il Generale G. Piéche fu il primo Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri dopo l’era fascista. Immediatamente dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943 e la proclamazione del Regno del Sud, il governo provvisorio italiano di Badoglio e la famiglia reale sbarcarono a Brindisi nei territori meridionali liberi dalle forze nazi-fasciste. Il 12 settembre venne creato il Comando dei Carabinieri Reali dell’Italia Meridionale agli ordini del colonnello Romano Dalla Chiesa, padre del Generale Carlo Alberto della Chiesa, vittima della mafia nel settembre 1982. Dopo l’arrivo degli alleati nelle Puglie, venne istituito a Bari il Comando Arma Carabinieri Reali dell’Italia Liberata affidato all’ vice comandante Giuseppe Pièrche, il quale divenne il nuovo Comandante Generale dell’Arma. Suo fu l’incarico al T.Colonnello Marco Bianco di pronunciare il discorso radiofonico con cui si esortavano i militari ancora nei territori occupati a mettere in atto una resistenza attiva contro le truppe tedesche, senza però esporre la popolazione civile al rischio di sanguinose e tristemente note rappresaglie nazi- fasciste. In quell’oscuro periodo si immolarono al martirio patriottico molti carabinieri, come il V.Brig. Salvo d’Acquisto, i carabinieri di Fiesole Alberto La Rocca, Fulvio Sbarretti e Vittorio Marandola, senza dimenticare i 12 carabinieri trucidati nelle Fosse Ardeatine. 2 Javier Rodrigo, La Guerra fascista, Alianza Editorial,Madrid, 2016, pag.143-145 3 I Carabinieri Reali in Spagna, Generale G. Piéche, Rivista dei Carabinieri Reali” Nr. 4 lug-ago 1940 4 Nel 1844, regnando di Isabella II di Spagna, fu creato il Cuerpo de la Guardia Civil alla cui organizzazione contribuirono degli Ufficali superiori dei Carabinieri Reali inviati da Torino. Nella stesura della “Cartilla de la Guardia Civil”, un vero e proprio codice morale deontologico del Corpo Militare, si possono rilevare numerosissime somiglianze con il Regolamento Generale dei Carabinieri stilata nel 1822. 5 I Carabinieri Reali in Spagna, Generale G. Piéche, Rivista dei Carabinieri Reali” Nr. 4 lug-ago 1940 6 Dati forniti dal Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri - Roma 7 Carabinieri Reali in Spagna, Generale G. Piéche, Rivista dei Carabinieri Reali” Nr. 4 lug-ago 1940 * Le fotografie della 6^ Sezione CC Reali, del Magg. CC. De Biagio a Santander e della Guardia Civil di Logroño con dedica al Col. G. Piéche sono state gentilmente fornite dal Museo dell’Arma dei Carabinieri in Roma.
Carabinieri Reali sulle macerie di un bombardamento aereo Carabinieri Reali caduti in terra di Spagna Foto di gruppo della 6^ Sezione dei Carabinieri Reali impiegata nella OMS durante la Campagna di Spagna Santander - il Magg. CC.RR. Roberto De Blasio si offre come prigioniero temporaneo alle Milizie Repubblicane per trattare la resa della citta al contigente CTV italiano Foto con dedica al Col. G. Pieche raffigurante i Comandanti della Guardia Civil di Logroño con i Carabinieri Reali Il Gen. Roatta con Carabinieri e Bersaglieri del CTV